Una stalla a 5 stelle – prima puntata
E chi l’aveva mai progettato un ovile? Ma come dice un importante ed influente architetto italiano, “progettare è un’avventura… si parte per conoscere, per imparare”. E così siamo partiti, tentando di riprodurre il profilo delle colline sinuose nelle quali avremmo dovuto immergere l’edificio, così da farlo divenire estensione naturale del paesaggio. I primi tentativi sono pressoché tutti in questa direzione: coperture curvilinee e concave ed i materiali, naturali come il legno e la paglia (e in un secondo momento anche la terra in copertura) così da enfatizzare la simbiosi tra architettura e natura. Siamo andati avanti…
giorni e settimane per tentativi, perché “il progetto può essere detto “tentativo”: nel senso che tenta di raggiungere la soluzione procedendo per prove e verifiche, ma anche nel senso che mette in tentazione la situazione con la quale si confronta…” come diceva un altro importante ed influente architetto italiano (purtroppo scomparso ormai da una decina di anni). Diciamo la verità, ci siamo divertiti molto con tutti quei tentativi, con quei modellini in 3D (Revit in questo caso, per chi mastica queste cose); oggi li riguardo sorridendo ma anche con un po’ di pudore: sono scolastici, ingenui, alcuni francamente bruttini, ma sono serviti ad arrivare a quella che ad un certo punto abbiamo tutti battezzato come “la soluzione”. Tutti convinti: progettista, collaboratori, committente, Commissione Comunale edilizia integrata (che per l’occasione ha fatto anche i complimenti al progetto). Tutti convinti escluso però… (continua…)